National Geographic Traveler - Milano Navigli

Su National Geographic Traveler (Primavera 2019): Naviglio Grande, l’acqua che arriva da lontano

Di ritorno dalle lezioni all’università, la metro mi lasciava a Porta Genova e i Navigli mi guidavano verso casa: sono stati i compagni di quella spensieratezza che puoi avere solo a vent’anni, una presenza costante ma discreta durante le mie passeggiate solitarie. Ricordo un gelato mangiato lungo il Naviglio Grande: tornavo dall’esame di storia contemporanea, l’ultimo prima della tesi, un incubo a lungo rimandato dal quale ero uscita vincitrice. Quel cono con la stracciatella, gustato mentre osservavo, stanca ma felice e quasi ipnotizzata lo scorrere dell’acqua, è ancora il più buono io abbia mai mangiato. Perché si portava accanto un voto e una firma sul libretto.
Chi avrebbe mai detto che anni dopo avrei raccontato la storia di quell’acqua?
Sul nuovo numero di National Geographic Traveler sono arrivati nuovi personaggi, nuove storie. Le foto sono di Alessandro Barteletti.

È quando il giorno lascia spazio alla sera che si accendono le luci. Disposte in file ordinate e ricordo di un inverno ormai lontano, corrono da una parte all’altra del Naviglio Grande, ci si specchiano: le osservo dall’alto del ponte dello Scodellino –  pare che un tempo i marinai si fermassero qui per una scodella di minestra -, il loro riflesso le trasforma in lucciole che si perdono in un campo d’acqua. Ne vedi l’inizio, mai la fine. Una ragazza giapponese scatta alcune foto, le guarda soddisfatta sul cellulare. Ha un caschetto nero corvino, la pelle di porcellana: sembra uscita da un romanzo di Murakami. I camerieri dei locali preparano i tavoli per la cena: portano quasi tutti un grembiule nero e lungo, come la loro barba. Sono pronti ad accogliere i ragazzi che popoleranno la sera: questa è una delle loro mete preferite in città, per un aperitivo, una cena, due passi con una birra in mano e quattro chiacchiere. Inglese, spagnolo, tedesco, sono solo alcune delle lingue parlate che mi arrivano all’orecchio, mentre passeggio curiosando fra le botteghe degli artisti. Potrebbe essere Parigi, Montmartre, invece siamo a Milano.
“Andiamo sui Navigli”, si dice oggi parlando del Grande e del Pavese. Alle mie spalle la Darsena, punto in cui arrivano i due canali: fino alla fine degli anni sessanta […]

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