National Geographic Traveler - Autunno 2019

Su National Geographic Traveler (Autunno 2019): L’Oro Nero di Modena e il borgo di Calcata

È uscito il nuovo numero di National Geographic Traveler (Autunno 2019), dove troverete due miei nuovi reportage. Uno è su Modena, la mia città. È paradossalmente piuttosto difficile parlare di ciò che si conosce bene cercando di essere obiettivi e distaccati nella misura giusta. E così a raccontare sono partita dalla me bambina, che mi ha guidata nel racconto della tradizione del Balsamico. E poi c’è il piccolo borgo di Calcata, ancora oggi ci penso e mi chiedo se esista davvero o sia solo stato parte di un sogno. Altre due storie hanno preso il volo e aspettano solo di essere lette. Grazie ad Alessandro Barteletti, perché le sue foto (mi) raccontano.

L’Oro Nero di Modena

La torre Ghirlandina è come una matita il primo giorno di scuola, la sua punta perfettamente temperata svetta verso il cielo colorandolo di rosa. È così che Modena mi accoglie, e in un attimo i ricordi vanno alla me bambina nella campagna emiliana poco fuori città: quando il vento era di quelli giusti, mia nonna si portava l’indice alla bocca, invitandomi al silenzio. “Senti come gira la Rossa”, mi diceva, riferendosi alla Ferrari che correva in pista a Maranello, a pochi chilometri da noi. Il rombo del motore lo portava davvero il vento, come il fruscìo delle foglie. Nella dispensa della sua cucina, poi, non mancava mai una bottiglietta di aceto, era quello buono del contadino Geppino che viveva sulla sponda di un fiume con i suoi cani. Aveva una piccola botte dalla quale prendeva questa delizia nera che mi riempiva la bocca di sapori e il naso di odori, impossibili da replicare.
The land offast cars and slow food, dicono, e bastano questi due ricordi fugaci ma vivi più che mai per averne la conferma. D’altronde, si narra che Enzo Ferrari si rifiutasse di sedere al tavolo del suo ristorante preferito se mancava il balsamico.
Quello prodotto dalle acetaie in provincia di Modena e Reggio Emilia è l’unico al mondo a potersi fregiare della dicitura “Tradizionale”, oltre a essere tutelato dalla Denominazione di Origine Protetta (DOP) dal 2000. Per ottenerla è necessario che l’acetaia, la vigna, l’uva e il mosto siano certificati dal Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena che promuove la cultura e la diffusione del prodotto e collabora con la Consorteria con sede a Spilamberto, che forma gli Assaggiatori il cui compito è valutare la qualità degli aceti.
L’Aceto Balsamico Tradizionale deve avere almeno dodici anni, dopo venticinque acquisisce il titolo di extravecchio e può essere imbottigliato solo in una ampolla disegnata da Giorgetto Giugiaro. Tutto il resto è un semplice condimento […]

 

Calcata, arte di vivere

È subito dopo una curva che la vedo per la prima volta. Appoggiata dal fato su una montagna di tufo, sembra un regalo della terra, arrivato una mattina di sole e vento dopo una notte di tempesta. Le finestre delle case sono occhi spalancati sul mondo, i tetti cappelli che la proteggono. I suoi dieci affacci, braccia pronte ad accogliere chi è capace di trattarla con gentilezza. Un treno per Roma e poco meno di un’ora di auto mi hanno portata a Calcata vecchia, un minuscolo borgo medievale che domina la Valle del Treja e risale ai tempi degli Etruschi e dei Falisci. Nessuna connessione a Internet all’interno delle sue mura, mi hanno detto. È davvero così: subito dopo aver superato il cartello che indica l’inizio del paese, l’ultima tacca del gestore telefonico scompare, per poi ricomparire se ritorno indietro di qualche passo. Come nelle magie riuscite meglio, questo è un segno.
Ritrovare la tranquillità del “prima”, ed è proprio quello che farò abitando qui per cinque giorni. La panchina alla fermata dell’autobus sulla strada provinciale è l’unico contatto col resto del mondo, una volta al giorno. Voglio conoscere chi ha voluto dare una svolta alla propria vita trasferendosi in un luogo a soli 40 chilometri dalla capitale, eppure così distante. Nel 1935 un regio decreto lo condanna alla demolizione, ritenendolo – erroneamente, si scoprirà poi – poco sicuro a causa del tufo su cui si poggia: negli anni sessanta viene quasi abbandonato dai suoi abitanti che a poco a poco si trasferiscono nella più moderna Calcata nuova. La sua rivincita arriva una decina di anni dopo con intellettuali, artisti e artigiani che se ne innamorano facendone il loro rifugio e decidendo di viverci, dedicandosi alla loro arte circondati da una solitudine buona.
Due gatti sonnecchiano con le zampe che dondolano giù […]

 

 

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